Museo Archeologico

allestimentomuseo1975Grosseto ebbe il suo primo museo nel 1860. In quell’anno il Canonico Giovanni Chelli (Siena 1809 – Grosseto 1869) fondò a Grosseto una biblioteca in cui in modo casuale cominciò a disporre oggetti antichi.

Nel 1865 la biblioteca e il museo furono donati al Comune di Grosseto; Chelli ne conservò la direzione fino al 1869, anno della sua morte.

Gli anni fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento furono particolarmente difficili: in pochi decenni la biblioteca e il museo dovettero subire almeno cinque traslochi e non fu sufficiente l’impegno profuso dai direttori e dai conservatori a evitare che ciascun trasloco si trasformasse in una fonte di perdite e di danni alle collezioni.

Nel 1923 assunse la carica di direttore della Biblioteca Chelliana, del Museo Civico e della Pinacoteca un altro ecclesiastico, Antonio Cappelli (Grosseto 1868-1939). Il suo primo atto fu di traslocare in quella che fino al 1994 è stata la sede ufficiale della biblioteca e fino al 1975 anche del museo: il palazzo dell’ex seminario in Via Mazzini.

Il 9 agosto 1933 Cappelli inaugurò anche un nuovo museo: il Diocesano d’Arte Sacra, sopra la sacrestia del Duomo.

Cappelli morì il 28 Luglio 1939, lasciando, accanto al nuovo Museo Diocesano, un Museo Civico e una Biblioteca in stato di abbandono. I Musei e la Biblioteca furono colpiti dalle bombe del 29 novembre 1943 e dall’alluvione del 1944 subendo danni e spoliazioni. Il Museo Civico poté riaprire nel 1955, il Diocesano nel 1961.

Nel 1955 era già chiaro che il Museo (come la biblioteca) necessitava di una sede autonoma.

La nuova sede fu individuata nel palazzo tardo-ottocentesco dell’ex Tribunale di Piazza Baccarini; l’inaugurazione si ebbe nel 1975 nel corso del X Congresso Nazionale dell’Istituto di Studi Etruschi e Italici.

Nel gennaio 1992 il Museo è stato nuovamente chiuso per urgenti interventi di ristrutturazione. La riapertura, in una veste completamente rinnovata e con molti nuovi depositi delle Soprintendenze e della Diocesi, è del 1999.


Museo d’Arte Sacra della Diocesi di Grosseto

4-5-allestimento1932Il Museo Diocesano, oggi associato nella sede e nella gestione al Museo Archeologico, ebbe una genesi relativamente separata da quella della più antica istituzione civica, di circa sessanta anni più antica. Il più strenuo sostenitore della necessità di fondare un museo d’arte sacra fu infatti Mons. Antonio Cappelli, che era fin dal 1923 anche direttore del Museo Civico e della Biblioteca Chelliana.

Nel 1931 venne però presentato un primo progetto che prevedeva la sopraelevazione della sacrestia del Duomo per ricavare i locali per il nuovo museo e qualche anno più tardi, precisamente il 9 agosto 1933 il Museo Diocesano fu inaugurato.

Il Museo Diocesano restò aperto fino al 1939. Alla morte di Mons. Cappelli fu chiuso e sigillato, e la stessa sorte toccò anche al Museo Civico, di cui, fino alla fine, Mons. Cappelli aveva conservato la direzione. Comune e Soprintendenza progettarono una accurata revisione inventariale al fine di distinguere all’interno del Museo Diocesano le opere provenienti dal Museo Civico, ma la guerra e le conseguenti distruzioni fecero in seguito passare in secondo piano la questione.

La Biblioteca Chelliana, il Museo Civico e il Museo Diocesano furono colpiti dalle bombe dell’incursione aerea del 29 novembre del 1943 e subirono danni e spoliazioni. Le opere del Museo Diocesano furono ricoverate in parte a Siena e in parte a Istia d’Ombrone dove il parroco, don Omero Mugnaini, le custodì fino alla fine della guerra.

Il Museo Diocesano riaprì nel 1961 nella vecchia sede, ma in situazione piuttosto precaria per la sicurezza delle opere. Seguirono anni di sforzi congiunti del Comune e della Diocesi che condussero alla scelta di una sede comune per i due musei: la sede attuale.